Mercoledi 14/10

Sono stato incerto fino all'ultimo ma il richiamo della caccia era fortissimo.
Quindi, ho deciso: "si parte". L'appuntamento era alle 6,45 al solito bar. Sono uscito di casa talmente concentrato sulla caccia da non accorgermi che le nubi stavano ammassandosi nel cielo, gia' scuro per l'ora.
Dopo 10 minuti alla guida e la sosta per il gasolio, ecco alcune gocce sul parabrezza. Dopo una serie di improperi mi accendo un toscanello, al mattino e' tremendo, ma ha la capacita' di calmarmi. Procedo piu' lentamente con il pensiero del giorno di ferie bruciato ma ancora piu' per la cacciata che avrei perso.
Intanto mi ritrovo all'imbocco della 45, statale percorsa mille volte ma, mai prima di quest'anno, in compagnia delle aspettative che preludono la caccia. La vedo diversamente, l'ultimo tratto prima di arrivare al raduno mi sembra ancor piu' bello e' l'ultima occasione per raccogliere le idee, prima dei preparativi frenetici della battuta. Penso che potrei girare la macchina ed essere ancora in tempo per andare al lavoro. Per fortuna un'altra boccata e il profumo di bosco bagnato mi fanno desistere, mentre uno scroscio vorrebbe indurmi a rinunciare. No! Stamattina rischio e' la volta buona, lo sento.
Arrivo al bar dove, poco dopo, arriva Alessandro. Prendiamo caffe' e briosche e ritrovo un po' di fiducia. Infatti, usciamo dal bar e sembra che la pioggia abbia smesso di tormentarci. Mentre ci avviciniamo al garage ancora qualche goccia, il cielo e' scuro ma il vento ci aiuta a tenere "appesa" la pioggia.
Con gli occhi sempre al cielo si decide di fare la battuta di "Tasso". Per molti ha un significato, per me novellino, la cosa non dice molto, Alessandro ricorda a Giorgio, il caposquadra, di mettermi alla "ria della lince", come suggerito da Luca, oggi assente per lavoro "forzato". Non sanno piu' come fare per farmi incontrare il cinghiale.
Dopo un breve spostamento, lasciamo le auto ed entriamo nel bosco, la salita e' gradevole e gli occhi vanno alle tracce, ai funghi e alle castagne che quest'anno sono numerose e grosse. La prima posta la occupa Volpe, a me tocca la seconda dove a destra e a sinistra ho un bosco di castagni, promettente ma ancora con qualche foglia di troppo. Proprio di fronte scende un passo che mi viene indicato come possibile via di fuga del cinghiale. Scambio dei rituali in bocca al lupo, manca Gianni con il suo: "Buona caccia".
Finalmente sono solo a godermi i rumori del bosco e a pensare cosa mi sarei perso se avessi fatto inversione, per andare al lavoro. Carico la carabina, sistemo lo zaino, faccio un po' di esplorazione intorno alla posta per valutare i possibili tiri e i punti da dove mi aspetto possa arrivare il cinghiale.
Mi sistemo, in silenzio, nel posto che ho giudicato migliore. Poco dopo la radio annuncia che i canai sono pronti. Spero di sentire presto avvicinarsi l'azione. Invece, iniziano dal basso e sento solo i brevi messaggi della radio. Un grosso maschio e' in piedi tutti attenti alle poste, i primi colpi, lontani, non sembrano aver colto nel segno. Apprendo dalla radio che il cinghiale si e' presentato a Pinin che non ha fallito il colpo, un bel maschio di circa cento chili e' fermo.
Il tempo di riorganizzarsi e i cani vengono portati in alto per sondare alcune messe.
Sono pronto e ci spero parecchio. Sento i cani molto alti, dalla mia destra si portano sulla mia sinistra. Abbaiano a fermo. Finalmente, aiutati dai canai, fanno partire un cinghiale posso seguire l'azione, almeno con le orecchie. Sento gli scagni che si avvicinano e, mentre la pioggia fa crepitare il bosco, penso che potrebbe essere davvero la volta buona. Resto immobile rivolto al boschetto nella direzione da cui arrivano le voci degli ausiliari, sperando di cogliere qualche movimento. Sobbalzo ad ogni riccio di castagna che precipita dagli alberi, inclino la testa ad ogni uccelletto che si sposta. Ogni foglia che si stacca nella brezza autunnale e crea movimento, mi fa rilasciare una scarica di adrenalina. Metto il fucile in modo da imbracciarlo rapidamente, all'occorrenza. Sempre piu' teso, resto pronto guardando alternativamente il boschetto e il sentiero. Purtroppo, mi accorgo che i cani si stanno alzando e sento sopra di alcuni colpi di carabina. Dalla radio apprendo che forse e' ferito ma continua la sua corsa, finche' non arriva da Gianni che lo fulmina alla spalla.
Resto ancora un po' in ascolto del bosco, poi alla radio sento che Ronny e' stato ferito. Per fortuna, appena riescono ad allontanarlo dal cinghiale morto, la ferita appare superficiale. Arriva il segnale di spostarci per cambiare battuta. Passiamo accanto a un vecchio mulino che mi fa ricordare i tempi in cui, appassionato pescatore, risalivo lo stesso torrente. Mi accorgo che le belle pozze di acqua cristallina non le valuto piu' come un tempo, gli occhi sono attratti dal bosco, in cerca di macchie scure.
Passiamo un vecchio ponticello in pietra e ci arrampichiamo sul sentiero. Dopo un breve consulto, si decide che io andro' nell'ultima posta all'incrocio di un rio con lo stesso torrente. Arrivato sul posto, non ero molto convinto che fosse quello giusto. Ero in una gola e di fronte una parete da stambecchi. Comunque, mi sono cercato un posto con un minimo di visuale e mi sono messo in religioso silenzio. I cani sono stati sciolti alla mia destra e hanno risalito il torrente in un'attimo, passando sulla riva opposta alla mia, per di piu' al di la' della costa che mi trovavo davanti. Hanno alzato un cinghiale che ha sfilato avanti e indietro per la battuta, senza mai nemmeno avvicinarsi alla mia posta, per poi uscirne definitivamente.
Nel frattempo, non mi ero accorto che un bel sole caldo era uscito per salutare i nostri ultimi sforzi per il recupero dei cinghiali. Insomma, un'altra magnifica giornata e' volata, senza che io abbia visto nemmeno un cinghiale, ma e' questo che mi induce sin d'ora a pensare ed assaporare la prossima levataccia domenicale, la prossima salita al solito bar, la differente posta, che mi riservera' differenti emozioni e forse, finalmente, il mio primo cinghiale.

E io le mie prime zanne da appendere sopra la fuciliera.........anche se non potro' mai dire il mio primo cinghiale.

Complimenti Admin, un racconto meraviglioso pur avendo un epilogo diverso da quello che speriamo avvenga presto!

Domenica, tempo permettendo, andremo a fare quei benedetti canaloni che marcammo a Maggio....chissà!

Grazie Luca... adulatore meraviglioso e' un'altra cosa... ma almeno non ho scritto in 3 secondi come faccio di solito e adesso!!!
Per domenica sarebbe un posto stupendo..... speriamo sia davvero la volta buona.... meteo permettendo, siamo di nuovo in mezzo ad una perturbazione... ma domenica non importa io vengo ... se piove torno a casa, senza lavoro e' un'altra cosa...